HORSE TALKS

Etologia equina, questa fin troppo conosciuta

di Elena Bajona 

Da anni ormai si sente spesso parlare di etologia del cavallo. Addestramento etologico, pensione cavalli etologica, corsi di etologia sul cavallo, etologia applicata.

Ben venga tutto ciò, sono felice che si sia ampliata e divulgata una conoscenza che permette un maggior benessere al cavallo e a tutti coloro che vivono al suo fianco. Fui una primissima fautrice in Italia e sin dal 2002 mi sono impegnata in prima persona alla divulgazione del comportamento equino applicato tramite “comunicazione e comprensione”, questo era il mio slogan accanto al logo.

Vorrei qui brevemente presentarvi una visione accurata che può aiutarvi a discernere i professionisti dai classici venditori di fumo e per fare ciò, come ogni cosa, bisogna sempre andare a fondo e scrutare anche nel passato.

Domandiamoci quindi:

Da dove è partita l’etologia sul cavallo? Da quando si è iniziato a studiare il cavallo da un punto di vista etologico?

Andando un po’ indietro con gli anni e, ripensando alla storia, il cavallo è stato studiato a fondo principalmente nell’ambiente militare. Infatti i migliori testi antichi sul cavallo sono derivati da studi applicati svolti dai professionisti al servizio del corpo militare. Questi testi, ancora oggi disponibili, ci hanno regalato un valore inestimabile spesso sconosciuto ai più.

Inoltre da non dimenticare che, sin dai tempi antichi, sono sempre esistiti i cantastorie che giravano per il mondo e presentavano vari spettacoli di stupore e magia che includevano anche i cavalli. Chi non ricorda il famoso Jim Key! Alcuni di loro mostravano cavalli furiosi e indomabili che, dopo un lieve sussurro nell’orecchio da parte dell’addestratore talentuoso, cambiavano e divenivano incredibilmente docili. Con dei semplici gesti del corpo e delle mani il “mago” riusciva a farsi seguire e chiedere qualsiasi cosa al cavallo. Da non crederci! Infatti da qui fu coniato il famoso termine horse wisperer ovvero il sussurratore di cavalli che esiste appunto da tempo.

Il cavallo, dopo la sua scomparsa dal mondo militare, venne relegato al mondo sportivo oppure tenuto come simbolo di prestigio sociale.

Poi, sotto diverse spoglie, verso la metà del 20 secolo si ripresentarono i sussurratori o i cosiddetti horsemen. Questo avvento portò grande aria di novità che colpì il grande pubblico “equino” nel profondo. Un pubblico nuovo, diverso più sensibile e ignaro di ciò che stava per succedere nel mondo del cavallo. Nessuno aveva mai visto lavorare i cavalli in libertà senza alcun uso di coercizione prima di allora.

Dopo un boom di pubblicazioni sulle riviste di settore, questo fenomeno, nel corso degli anni, attirò anche l’attenzione del mondo scientifico. Per l’esattezza il primo incontro a livello internazionale dove si presero in esame quelle che vennero chiamate le metodologie “new age” fu il convegno della ISAE del 2003 (PROCEEDINGS OF THE 37th INTERNATIONAL CONGRESS OF THE ISAE June, 24-28 2003 Abano Terme – Italy).

Il 24 giugno ci fu appunto il Satellite Symposium sul cavallo: “Horse welfare” dove solo pochi studiosi e ricercatori fecero il primo brainstorming. Da qui la scienza ha iniziato ad interrogarsi su queste miracolose tecniche che alcuni professionisti mettevano in atto con i cavalli e da qui iniziarono i fondi per la ricerca nel settore.

Dopo pochi anni infatti uscirono i primi studi e le prime dimostrazioni scientifiche che andavano inizialmente a sminuire questi nuovi “addestratori” dicendo addirittura che “dal punto di vista strettamente comportamentale (o etologico, ma nel senso vero del termine) le azioni ed i metodi proposti da questi addestratori non hanno niente di diverso dalle tecniche tradizionali, sono le stesse metodiche confezionate in maniera diversa”.

Ma cosa successe? La scienza ripartì dagli studi di Pavlov (fisiologo) e Skinner poi (psicologo) e dalla scienza comportamentale rispolverando i principi del rinforzo negativo e rinforzo positivo. Da qui quindi possiamo dire che parti l’”etologia equina”. Subito dopo alcune università e il loro relativi gruppi scientifici si sono professati fautori ed innovatori del nuovo modo di gestire ed addestrare i cavalli.

Senza alcun dubbio però la horsemanship, e tutte le seguenti metodologie immesse sul mercato da abili fruitori del marketing, hanno apportato in primis il maggior contributo a questo grande cambiamento perché, a mio avviso, hanno scosso le coscienze ed hanno risvegliato il mondo scientifico. Infatti, subito dopo il loro avvento sono esplosi addestratori con poteri magici, etologi del cavallo e professori universitari esperti di cavalli e di addestramento etologico. Perché in fondo, il fascino del cantastorie non tramonta mai.

Possiamo anche dire che chi oggi giorno si professa etologo di cavalli o esperto abbia appreso la maggior parte delle nozioni e tecniche di addestramento dagli horsemen più conosciuti, anche se nessuno ne parla ma anzi ne tace il nome.

A mio avviso però esiste solo un modo per studiare a fondo il comportamento animale e per conoscere davvero cosa pensano gli animali e interpretare nel modo corretto il loro pensiero e le loro emozioni, senza immettere una nostra interpretazione personale. Il cavallo va studiato e osservato per ore e ore, giorni, mesi e mesi, anni ed anni nel suo ambiente naturale in totale libertà. Questa è l’unico modo che ci permette di parlare di vera etologia equina!

Stay Wild, Stay Smart!

Elena Bajona

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